LICENZIAMENTO E DIMISSIONI
Sito internet curato dall'Avvocato Gianluca Teat
LICENZIAMENTO NELLE «ORGANIZZAZIONI DI TENDENZA»
Cosa sono le «organizzazioni di tendenza»?
Con l'espressione «organizzazioni di tendenza» si fa riferimento a quelle realtà che perseguono fini di matrice politica, religiosa, culturale, sindacale ecc come, ad esempio, un partito, una scuola di impostazione religiosa, una associazione con un orientamento culturale ben preciso o un sindacato. Ciò che caratterizza tali organizzazioni è proprio il fatto di essere «ideologicamente orientate» e non «neutre».
Cosa accade se un'«organizzazione di tendenza» licenzia un proprio dipendente a causa di un'incompatibilità ideologica tra datore di lavoro e lavoratore? Pensiamo, ad esempio, al caso di un dipendente di una fondazione cattolica che inizi a manifestare apertamente idee marxiste-leniniste (o viceversa) e che venga licenziato per questo motivo. Il licenziamento è nullo in quanto discriminatorio?
No, in via generale non siamo in presenza di un licenziamento nullo in quanto disciminatorio, in particolar modo nell'ipotesi di lavoratori che svolgono mansioni apicali di direzione, coordinamento e con rilevanza «esterna» strettamente collegate con la «tendenza» dell’organizzazione come, ad esempio, un dirigente sindacale, un giornalista di una testata politicamente orientata o un professore di filosofia di una scuola con una particolare impostazione religiosa.
Ad esempio, il Supremo Collegio ha considerato legittimo il licenziamento di un sindacalista che svolgeva mansioni di tendenza (direzione e propaganda) che, a un certo punto, si era venuto a trovare in marcato dissenso ideologico con il sindacato-datore di lavoro, in quanto tale conflitto aveva fatto venir meno il rapporto fiduciario. Di conseguenza, non si trattava di un licenziamento nullo in quanto discriminatorio, ma di un recesso datoriale legittimo perché sorretto da una giusta causa (venir meno del rapporto fiduciario) (Cass. n. 6191/1997).
Esistono dei casi in cui è possibile tentare di affermare che il licenziamento è nullo (in quanto discriminatorio) anche se intimato da un'«organizzazione di tendenza»?
Sì, in certi casi, è possibile. Si tratta dell'ipotesi del dipendente che svolga mansioni maggiormente «neutre» come, ad esempio, un facchino o un semplice impiegato amministrativo, tanto più se la diversità tra i valori ideali espressi dal lavoratore e quelli propri del datore rimane circoscritta alla vita privata del primo e non viene espressa palesemente nel luogo di lavoro. In tali casi, si può tentare di affermare che il licenziamento è nullo in quanto discriminatorio, anche se gli orientamenti espressi dalla giurisprudenza (specialmente da quella di merito) non sono sempre univoci e granitici sul punto.
Si rinvia al Breve Manuale Operativo in Materia di Licenziamenti per un'analisi più approfondita di questa complessa tematica e della giurisprudenza esistente in materia.
Pagina modificata per l'ultima volta in data 1 maggio 2016